Uno studio dell’MIT rende noto che il virus all’interno delle goccioline emesse con un colpo di tosse o uno starnuto potrebbe “viaggiare” nell’aria per distanze ben più ampie di quanto si pensi.
Per cui l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) potrebbe dare nuove direttive sull’uso delle mascherine.
Infatti l’infettivologo David Heymann, presidente di un gruppo di consulenti dell’Oms sta valutando, se per rallentare la diffusione del virus è necessario che un maggior numero di persone indossino le mascherine.
Per cui l’Oms sta cercando di capire, studiando le nuove prove raccolte, se dovrebbe esserci un cambiamento nel modo in cui consiglia l’uso delle mascherine.
Attualmente l’Oms raccomanda una distanza minima di almeno un metro da una persona che tossisce o starnutisce e sottolinea che i contagiati o le persone che mostrano i sintomi del contagio dovrebbero indossare le mascherine.
Invece, il nuovo studio indica che le goccioline emesse con un colpo di tosse o uno starnuto possono raggiungere rispettivamente fino a sei e otto metri di distanza.
In realtà, secondo quanto scrive l’Accademia Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti in una lettera al capo delle politiche scientifiche della Casa Bianca,
il virus potrebbe viaggiare nell’aria anche senza colpi di tosse o starnuti: con il semplice respiro.
Infatti, il virus SarsCov2 è stato trovato in campioni d’aria raccolti a oltre 1,8 metri distanza tra due pazienti.
Anzi, si precisa anche che le microparticelle più piccole possono “viaggiare” nell’aria anche per distanze ben più lunghe.
Per cui nel caso in cui questi dati siano confermati, secondo Heymann, utilizzare una mascherina sia altrettanto efficace o più efficace della distanza interpersonale.
Però Silvio Brusaferro, presidente dell’Iss, ci tiene a precisare che in questo momento non ci sono delle evidenze per dire che il virus circola nell’aria.
I dati che si hanno a livello epidemiologico internazionale dicono che le principali vie di trasmissione del virus avviene per ‘droplet’ (goccioline) e per contatto.
Il contagio per via aerogena era stato ipotizzato e dimostrato in alcuni contesti particolari e in presenza di alcune procedure soprattutto in ambito sanitario. Dai dati scientifici raccolti finora le principali modalità di trasmissione sono per contatto e per droplet; in seguito si valuteranno nuove modalità in base ai nuovi dati che verranno raccolti.
Coronavirus: viaggia con il respiro ad ampie distanze.
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