Coronavirus: efficacia Tocilizumab,scoperta italiana.
È stato appena pubblicato uno studio effettuato sui primi 100 pazienti con Covid-19 trattati con il farmaco antiartrite Tocilizumab presso gli Spedali Civili di Brescia.
Sono stati pubblicati, da parte dei ricercatori dell’Università di Brescia, i dati relativi ai primi 100 pazienti con Covid-19 trattati con il farmaco antiartrite Tocilizumab presso gli Spedali Civili di Brescia.
Affermano i ricercatori che nel 77% dei pazienti trattati, le condizioni respiratorie sono migliorate o stabilizzate.
Il numero di pazienti ai quali è stato applicato questo trattamento, al momento è il numero più alto al mondo, che fanno seguito ai risultati incoraggianti ottenuti in 20 pazienti in Cina e nei primi due pazienti italiani trattati all’Ospedale Cotugno di Napoli.
Adesso questi risultati saranno pubblicati sulla rivista ‘Autoimmunity Reviews’ a luglio.
Lo studio, spiegano dall’Università, mostra che la polmonite Covid-19 con sindrome da distress respiratorio acuto è caratterizzata da una sindrome iperinfiammatoria e sostiene l’ipotesi che la risposta al Tocilizumab si associ a un significativo miglioramento clinico.
Pure l’Agenzia italiana del farmaco ha avviato uno studio sul tocilizumab, su 330 pazienti, che tutt’ora è in corso.
Nicola Latronico, dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione e portavoce dello studio, afferma che i recenti studi hanno mostrato che la polmonite Covid-19 con sindrome da distress respiratorio acuto è caratterizzata da una sindrome iperinfiammatoria.
Inoltre dice anche che la serie di pazienti trattati tra il 9 e il 20 marzo è stata analizzata per determinare se la somministrazione Tocilizumab potesse produrre benefici clinici.
A 24-72 ore e a 10 giorni dalla somministrazione di Tocilizumab, il miglioramento della sindrome da distress respiratorio acuto è stato valutato usando la ‘Brescia-COVID respiratory severity scale’.
Continua a spiegare Latronico che su 100 pazienti trattati, 43 hanno ricevuto il Tocilizumab nell’unità di terapia intensiva, mentre 57 fuori dalla unità di terapia intensiva per indisponibilità di letti. Di questi 57 pazienti, 37 (65%) sono migliorati e hanno sospeso la ventilazione non invasiva, 7 (12%) pazienti sono rimasti stabili nella unità di terapia intensiva e 13 (23%) pazienti sono peggiorati (10 morti, 3 ricoverati in terapia intensiva). Dei 43 pazienti trattati in terapia intensiva, 32 (74%) sono migliorati (17 sono stati tolti dalla ventilazione artificiale e sono stati trasferiti in reparto), 1 (2%) è rimasto stabile e 10 (24%) sono deceduti. Per cui ha concluso dicendo che a 10 giorni, la condizione respiratoria è migliorata o si è stabilizzata in 77 pazienti (77%), di cui 61, in sede di esame di radiografia del torace, hanno mostrato una riduzione significativa delle lesioni polmonari e 15 sono stati dimessi dall’ospedale.