figli ingestibili
Spesso succede che quando un genitore deve fronteggiare l’eccessiva vivacità del proprio figlio, è portato a pensare che si tratti di un comportamento anormale, ma bisogna ricordare che, la vivacità non è sempre sinonimo di problematicità.
In alcuni periodi di vita dei bambini, questi possiedono comportamenti particolarmente vivaci; non riescono a stare fermi, fanno difficoltà nell’applicarsi con costanza ad una qualunque attività, inoltre sono instancabili e con un’energia che sembra non avere mai fine.
Questi comportamenti, denotano una grande curiosità e voglia di affrontare nuove esperienze, per tanto sono da vedersi come un aspetto positivo della personalità, anche se possono scaturire preoccupazione nei genitori che magari fanno difficoltà a gestire la grande vivacità del proprio figlio.
Il problema dovuto all’incapacità di stare fermi si manifesta poi a scuola, dove i bambini sono costretti a restare fermi ed in silenzio per periodi lunghi di tempo.
Così si inizia a parlare di deficit dell’attenzione, causato soprattutto da un’esagerata energia degli scolari, ai quali verrà attribuito il nome di“bambini-terremoto”.
Questi bambini sono spesso disattenti, non sono in grado di seguire le lezioni poiché hanno l’esigenza di alzarsi dal banco ed uscire dall’aula.
In realtà comportamenti uguali a questi, possono essere riscontrati anche a casa, dove i bambini, dopo aver vissuto lunghe ore di scuola (basta pensare all’orario continuato), avvertono l’esigenza di smaltire le tensioni accumulate e di conseguenza non obbediscono ai genitori che li vorrebbero tranquilli e rilassati ad esempio davanti alla televisione.
Così molto spesso i genitori iniziano a temere che l’estrema vivacità del figlio possa essere dovuto a qualche problema comportamentale.
Però diverse ricerche scientifiche, stabiliscono che il bambino iperattivo possiede una sintomatologia specifica che è molto diversa rispetto ad una semplice iperattività momentanea.
Durata dell’iperattività.
Un fattore fondamentale da prendere in considerazione è la durata degli atteggiamenti iperattivi del bambino.
Quindi se questo periodo di iperattività del bambino ha una durata limitata a qualche ora, o magari si manifesta in modo saltuario poiché si alterna a periodi di tranquillità, si può allontanare l’ipotesi di un disturbo comportamentale.
Invece, in caso contrario, l’iperattivita’ del bambino dura per lunghi periodi di tempo e l’attenzione, la concentrazione e la capacità d’ascolto risultano alterate e deficitarie in modo costante, allora ci si può trovare, quasi sicuramente, davanti alla Sindrome da Deficit di Attenzione con Iperattività.
Questo disturbo, oltre con la vivacità, si manifesta anche con:
⁃ irrequietezza motoria,
⁃ irritabilità,
⁃ nervosismo,
⁃ tendenza all’autolesionismo, incapacità a rimanere fermo in una stanza per un certo lasso di tempo,
⁃ logorrea,
⁃ scarsa concentrazione intellettiva che può provocare anche ritardi nell’apprendimento,
⁃ scarso rendimento scolastico.
Nel caso in cui, il proprio figlio manifesti comportamenti simili a quelli appena elencati, è necessario contattare uno specialista per poter così intraprendere il percorso più adatto per risolvere il problema.
L’importante è non confondere la vivacità, con l’iperattività e di non punire il proprio figlio poiché si potrebbe andare a peggiorare la situazione.
Strategie utili da adottare con figli problematici.
Per i figli problematici, bisogna adottare alcune strategie in grado di poter aiutare i genitori a gestire situazioni un po’ difficoltose.
Non convincersi d’avere un figlio veramente ingestibile.
Partendo dal presupposto che soltanto in rari casi si può parlare di Sindrome da Deficit di Attenzione con Iperattività,
l’impulsività e la vivacità che possono manifestare alcuni bambini, possono essere scaturite da fattori collegabili a problematiche scolastiche, a gelosie, a sensi d’inferiorità che solo un genitore può capire.
Rinforzare i comportamenti positivi di un bambino mediante un premio.
Quando un bambino si rende conto che comportandosi bene riceverà un premio, la voglia di essere premiato lo porterà ad abbandonare determinati comportamenti che lui in prima persona, riconoscerà come sbagliati.
Per cui si creerà un collegamento psicologico “azione-reazione” che in breve tempo si trasformerà in una norma comportamentale.
Evitare di arrabbiarsi ed innervosirsi.
Occorre sapere che alzare la voce, arrabbiarsi ed innervosirsi possono spingere il proprio figlio verso l’incomunicabilità e a chiudersi; visto che avrebbe bisogno di calma, di serenità e di comprensione.
Bisogna mantenere la calma, utilizzare un tono di voce calmo e pacato, in modo tale da infondergli tranquillità e far a diminuire la sua rabbia.
Evitare la punizione fisica.
Sicuramente innervosirsi davanti a determinati comportamenti provocatori del proprio figlio, è normale, ma è importante evitare le punizioni fisiche e quindi sculacciate e schiaffi.
Infatti non rappresentano mai la giusta soluzione per riuscire a risolvere una situazione di contrasto con un bambino, perché lui sarà ancora più nervoso ed irritato.
La punizione fisica è da ritenersi inefficace, umiliante ed inutile; visto che se il bambino obbedirà lo farà per paura e non perché ha capito cosa ha sbagliato.
Effettivamente numerose ricerche scientifiche affermano che un “rinforzo positivo” è un fattore incentivante per un cambiamento di atteggiamento in positivo; visto che il bambino, davanti ad un genitore comprensivo ( pur se fermo sulle proprie posizioni ), sarà più propenso a riconsiderare il proprio modo di agire.
Al contrario punizioni fisiche e la privazione di qualcosa o di qualcuno come ad esempio: giocattolo preferito, programma televisivo, visita ad un amico aumenteranno la ribellione del bambino.
Un genitore deve essere sempre coerente.
Un genitore per farsi rispettare dal proprio figlio, una volta stabilita una regola deve farla rispettare sempre, senza cambiare idea solo perché in quel momento non ha voglia di impegnarsi.
Può capitare che davanti ai capricci è molto facile accontentare il bambino, pur di interrompere le sue eventuali lamentele.
I bambini sanno essere molto snervanti; ma la coerenza, la fermezza e la serenità sono fondamentali affinché il bambino si comporti nel modo corretto.
Per far maturare un bambino occorre dire anche qualche no.
Dare regole adeguate all’età.
Quando un genitore rimprovera il figlio deve essere chiaro e comprensibile; inoltre se si impongono delle regole, queste devono essere adeguate al contesto ed all’età del bambino.
Ogni regola deve dimostrare una motivazione educativa ben definita e deve essere facile da realizzare.
In caso contrario il bambino la vivrebbe come un’imposizione un’inutile e crudele.
Riuscire a ritagliare dei momenti da poter dedicare solo al proprio figlio.
Dedicando del tempo al proprio bambino sarà possibile instaurare un dialogo affettuoso e confidenziale, mediante cui il genitore potrà insegnargli anche a comportarsi bene ed eliminare alcuni comportamenti ribelli e rabbiosi.
Dedicando del tempo ai propri figli, questi si sentiranno importanti e di conseguenza saranno tranquilli e soddisfatti.
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