nuova diagnosi tumori
Il carcinoma della mammella è da considerarsi la neoplasia più frequente nel sesso femminile rappresentando il 29% delle diagnosi di tumore, capace di colpire una donna su 9 nell’arco della vita.
Attualmente la mammografia è il gold standard nella diagnostica del rumore del seno e rappresenta l’esame di riferimento nei programmi di screening.
La tomosintesi, mammografia 3D, è particolarmente efficace nel caso in cui si abbiano i seni densi, in pratica quelli giovanili, più difficili da “ leggere” poiché possono dare origine a dubbie interpretazioni diagnostiche.
Il mammografie acquisisce direttamente gli strati 3D e ricostruisce, mediante un algoritmo matematico, l’immagine in 2D, per cui la dose finale è simile a quella di una mammografia digitale tradizionale.
Le differenze fra la mammografia 3D con tomosintesi e la mammografia digitale tradizionale.
Tutte e due le tecniche sono digitali.
La mammografia 3D con tomosintesi offre un risultato diagnostico migliore.
Infatti, grazie a questa tecnica, è possibile studiare la mammella anche nella sua terza dimensione, ovvero la profondità, andando ad evitare così la sovrapposizione delle strutture ghiandolari della mammella.
Per tanto come risultato finale si ottiene una maggiore accuratezza diagnostica, con possibilità di individuare lesioni meno evidenziabili mediante la mammografia tradizionale, che possono invece restare nascoste sotto il tessuto ghiandolare normale.
Inoltre grazie alla tomosintesi si possono ridurre i risultati falsamente positivi, che in modo errato vengono considerati patologici, che richiedono la ripetizione dell’indagine o ulteriori approfondimenti diagnostici che sicuramente possono originare ansia nelle donne.
Anche questo tipo di esame, come la mammografia tradizionale, va eseguita una volta l’anno dopo i 40 anni di età e ogni due anni tra i 50 e i 69 anni.
