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Il prugnolo selvatico, utilizzato sia in cucina che in medicina.

by Eleonora
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prugnolo selvatico

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Il prugnolo selvatico è pianta arbustiva antica che è possibile trovare in tutta Europa ed è conosciuto anche con altri nomi quali: pruno selvatico, strangolacane, susino di macchia,

sgancio, strozzapreti, susino selvatico ecc.

Questa pianta è soggetto di molte leggende e antichi saperi della tradizione popolare.
Oltre a possedere dei buonissimi frutti da poter utilizzare per la preparazione di varie conserve invernali, spesso viene utilizzata, grazie alle sue spine, anche come barriera protettiva al posto dei recinti.

Infatti, il prugnolo, è un arbusto spinoso con foglie caduche, solitamente è arbustivo-cespuglioso, però con adeguati interventi di potatura, gli si può dare la forma ad alberello.

Questo albero vive oltre i 60 anni, con altezze variabili a seconda dell’ambiente e della forma di crescita.

Se si trova allo stato selvatico ha un fusto principale irregolare, a volte contorto, con l’emissione di polloni basali che favorisce la propagazione selvatica del prugnolo; al punto tale che a

volte è possibile trovare macchie di vegetazione estesa e impenetrabile.Ha un legno molto resistente, che viene adoperato in falegnameria artigianale per produrre piccoli attrezzi.
La sua corteccia è grigio scura, quasi nera, mentre i rami che hanno una colorazione inizialmente più chiara sul rossastro, sono sottili e molto spinosi.
Le spine sono pungenti ed acute e spesso vanno a formare un groviglio con le ramificazioni.

Le foglie sono di colore verde chiaro, con forma ellittica, margine seghettato, sono provviste di un breve picciolo ed in autunno, prima della caduta, si colorano di un forte giallo.

Il pruno è uno dei primi alberi a fiorire in primavera, infatti già a Marzo e ancora prima delle foglie, si ricopre di tantissimi fiori bianchi con un delicato profumo ( simile al miele ) che durano

fino a tutto il mese di maggio.

Il frutto è sferico con un diametro massimo di 15 mm, la buccia è ricoperta da una patina chiara, è bluastro, tendente al nero vicino alla completa maturazione, che avviene in pieno autunno.

Anche se in estate compaiono i primi frutti, bisogna attendere il mese di ottobre affinché siano dolci e gradevoli per il consumo fresco.

Il prugnolo è una pianta molto rustica, resistente sia al gelo intenso che al caldo.
Si può trovare dalla pianura fino ai 1800 metri in montagna, preferendo le esposizioni soleggiate.
Lo si può trovare ai margini dei boschi, dei campi incolti, in mezzo ai roveti, in luoghi sassosi e a volte anche nei terreni aridi o nei vigneti abbandonati.


Alcune leggende e tradizioni popolari, attribuivano al prugnolo, delle influenze magiche, come ad esempio proteggere la casa dal fuoco e dai fulmini e gli abitanti della stessa dalle malattie.

Inoltre sin dall’antichità il prugnolo selvatico veniva molto utilizzato in medicina, ad esempio per curare ogni tipo d’infezione dovuta a una ferita.
Infatti era consuetudine che quando ci si tagliava nei boschi, ci si medicava con la poltiglia della bacca.
Mentre la corteccia veniva usata come febbrifugo.Invece i fiori erano utilizzati come potenti lassativi e vermifughi, come calmanti, diuretici e depurativi.

In realtà tutt’oggi ancora il prugnolo selvatico viene utilizzato, in particolare i fiori e i frutti maturi, per le sue qualità fitoterapiche.
Sia i fiori e i frutti maturi hanno proprietà lassative, diuretiche, depurative, corroboranti, antispastiche.È bene raccogliere i fiori dalla fine di marzo, in giorni asciutti, e farli essiccare in un luogo all’ombra.
Con questi fiori essiccati è possibile preparare un’ottima tisana depurativa, con funzione drenante.


Per quanto riguarda i frutti freschi, devono essere raccolti in pieno autunno, meglio dopo una gelata, quando perdono il sentore acidulo.
Essi sono dei lassativi molto efficaci e possono essere anche essiccati utilizzando un pratico essiccatore domestico.In più bisogna sapere che il succo fresco di prugnolo selvatico può essere

anche utilizzato come antisettico del cavo orale ed è anche un valido colluttorio, capace di apportare un’immediato sollievo in caso di piccole infiammazioni.

Il prugnolo selvatico, grazie anche a diverse tradizioni popolari, può essere utilizzato anche in cucina.
Ad esempio il fiore che è commestibile, bagnato in acqua e zucchero può diventare un delizioso break primaverile. Ma, invece, se il fiore è secco, può essere utilizzato come spezia, nella

preparazioni di dolci di ogni tipo.Inoltre con le bacche essiccate si possono preparare ottimi liquori o sciroppi dolci.

Il frutto fresco può essere impiegato nella preparazione di marmellate, confetture e liquori.

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