Velina di cipolle
Se pensiamo ai tempi passati, cioè quando bastava molto poco per mettere su un pranzo o una cena, ci rendiamo conto che adesso invece siamo continuamente nei supermercati a fare la spesa convinti del fatto che a casa non ci sia niente da poter cucinare.
Ma in realtà non è così, infatti all’anno, ogni famiglia spreca grandi quantità di cibo.
La cosa diventa sempre più evidente ai miei occhi ogni volta che mangio una pietanza, così povera di ingredienti ma così buona
al gusto quasi da non potermelo spigare.
In genere viene preparata nei periodi intorno alla Pasqua, soprattutto perché in primavera si iniziano di nuovo a fare le tavolate di amici e parenti.
Da sempre l’ho vista sulle tavole calabresi, ma in realtà non ha un nome ben preciso. Io da bambina la chiamavo la velina di cipolla e così è rimasto
il nome fino ad oggi. Nemmeno le persone più anziane che conosco hanno dato un nome preciso.
INGREDIENTI:
Cipolla rossa, fresca e dolce
Acqua
Farina 00
Olio evo
Sale
Bisogna pulire la cipolla, fare a fettine molto sottili, e metterle in una padella antiaderente abbastanza ampia con un filo d’olio. Fare dorate la
cipolla e versare dentro una pastella fatta di acqua e farina e un pizzico di sale.
Questa pastella non deve essere densa ma molto fluida.
Bisogna mettere una quantità giusta per ricoprire l’intera padella, da farla risultare come una crêpes trasparente quasi.
È buonissima, generalmente se ne preparano tante, proprio come succede con le crêpes, si usa mangiarle come aperitivo o antipasto in attesa che il resto delle pietanze vengano portate al tavolo.
In realtà, sono abituata a vedere, che man mano che si mettono nel piatto di portata c’è sempre qualcuno che passa l’attorciglia a sigaro e se la mangia al volo. Proprio come un finger food.
Vi assicuro è molto buona, semplicissima da realizzare, come una crêpes ma molto più sottile ecco il nome coniato da me “veline di cipolla”. In Calabria si preparano in tutte le zone, sia in montagna che al mare.
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