Dal Giappone arriva un’altra promessa farmacologica per la lotta al Covid-19. E’ l’antinfluenzale Avigan* (favipiravir), già usato in Cina nel trattamento di pazienti contagiati.
L’Aifa ha dato l’ok alla sperimentazione, e verrà sperimentato anche in Veneto.
Però gli esperti si sono divisi sulla validità di questa soluzione; in particolare, il virologo Roberto Burioni, dice che non esistono evidenze scientifiche in merito a tale farmaco; aggiungendo anche che il farmaco russo, il preparato giapponese, la vitamina C, la pericolosità dell’ibuprofen, i proclami sugli Ace inibitori, hanno una cosa in comune: sono tutte scemenze.
Le autorità cinesi alcuni giorni fa hanno dichiarato che il farmaco sviluppato dalla Fujifilm Toyama Chemical, si è dimostrato efficace nel trattamento di pazienti contagiati dal coronavirus. Il prodotto, ha riportato il ‘Guardian’, sarebbe stato utilizzato con successo nel trattamento di 340 pazienti tra Wuhan e Shenzhen. I pazienti a cui è stato somministrato il farmaco sarebbero risultati negativi, in media, a 4 giorni dalla positività.
Invece l’emittente Nhk ha riferito che i pazienti non trattati, invece, avrebbero impiegato 11 giorni per arrivare allo stesso risultato.
Così mentre presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, spera di poter utilizzare subito il farmaco; è arrivato il comunicato, duro, dell’Agenzia italiana del farmaco Aifa che dice di essere costantemente impegnata a tutelare la salute pubblica, a maggior ragione in un momento di emergenza come quello attuale di allarme coronavirus, dando informazioni puntuali e aggiornate sulle evidenze scientifiche. E nell’esortare a non dare credito a notizie false e a pericolose illazioni, si riserva il diritto di adire a vie legali ove opportuno. È il monito dell’ente regolatorio nazionale, che fa chiarezza sulle informazioni circolate in merito alla presunta efficacia anti-Covid dell’antivirale giapponese favipiravir (nome commerciale Avigan*). Le evidenza scientifiche sono al momento «scarse».