bambino triste e svogliato
Quando un bambino è triste e non vuole fare i compiti, non può dipendere solo da un fattore di maleducazione ma probabilmente dietro c’è una situazione
emotiva trascurata e sminuita che può essere causata dall’ansia, dal bullismo o da bisogni educativi non capiti.
Spesso capita che un bambino triste che non gioca, che risponde con indifferenza o in modo passivo alle domande degli adulti non sempre viene capito del tutto.
In questi casi si cerca di risolvere il problema attraverso i rimproveri ma in realtà bisogna andare più a fondo alla situazione e capire cosa si cela
dietro lo sconforto ed emozioni negative poiché potrebbero esserci problemi importanti che dobbiamo cercare di capire e risolvere.
Questo capire e risolvere è più importante di quanto si possa credere perché molti bambini e adolescenti tristi continuano ad esserlo anche da adulti.
Infatti se fin da bambini si convive con una situazione di frustrazione in un ambiente di critiche e rimproveri, alla fine la sensazione di fallimento diventa cronica.
Effettivamente l’autostima viene a mancare già sin da piccoli e poi diventa difficile riuscire ad acquisirla nel tempo.
Lo sconforto va individuato e “curato” immediatamente, poiché una mancanza di motivazione porta al bambino al disinteresse per ciò che lo circonda e alla rabbia.
L’infanzia perfetta è rappresentata dal movimento ed energia, dalla voglia di capire e quindi non c’è niente di più giusto che vedere un bambino curioso, che
si relaziona con tutto ciò che lo circonda, che fa domande, gioca, si muove, tocca e sperimenta ma soprattutto vedere il bambino che prende posto in
una realtà dove si è perennemente accettati ed amati.
Alla luce di quanto appena detto, bisogna, per tanto, capire la motivazione per cui un bambino si dimostra triste, immobile e tranquillo e con la
predisposizione a rifiutare qualsiasi impegno.
In un articolo pubblicato sul Journal of Educational Psychology, di Adele Gottfried, si afferma che se
un bambino, un adolescente o un adulto manifesta tristezza, con molta probabilità si nasconde una realtà emotiva complessa.
Per tanto se davanti alla tristezza e all’essere apatici si risponde con punizioni e sgridate, non si fa altro che alimentare il malessere del bambino.
Visto che i bambini, purtroppo, non sempre possiedono le risorse necessarie a spiegare esattamente ciò che stanno passando, bisogna prendere
atto che il loro sconforto potrebbe derivate da diverse cause.
Innanzitutto bisogna stare sempre vicini ad un bambino triste ed aiutarlo a confidarsi, tenendo presente che alcune cause della sua tristezza possono essere:
• problemi di apprendimento e frustrazione. In classe, in particolare in quelle numerose, possono essere presenti dei bambini che necessitano di
bisogni educativi speciali e non riconosciuti. Per tanto problemi come la mancanza di attenzione o la dislessia, generalmente creano sconforto nei bambini.
• Il bullismo: esistono famiglie che non sono a conoscenza della quotidianità traumatica che devono affrontare molti bambini a scuola; quindi è
fondamentale prendere in considerazione anche questa possibilità per poterla escludere.
• Non voler fare le cose perché in realtà non possono farle a causa dell’ansia e della sensazione di fallimento provata. In questo caso è utile insegnare
loro a gestire e tollerare le diverse sensazioni.
• Molti bambini si sentono sotto stress e spesso sono alla ricerca delle attenzioni da parte dei genitori.
È importante dedicare loro del tempo per giocare, per condividere momenti in famiglia in cui sentirsi ascoltati, apprezzati e capiti.
Tutto ciò farà loro una buona dose di emozioni positive necessarie per ritrovare la motivazione.
Sicuramente un bambino triste non necessita né di rimproveri e né punizioni come soluzione al suo comportamento; ma ha bisogno di cura, attenzione ed affetto.
Basta pensare alla sensazione spiacevole di quando noi adulti siamo presi dallo sconforto e apatia, però proprio perché adulti e con più esperienza
riusciamo a capire come reagire; mentre i bambini non hanno le capacità giuste per poter reagire proprio perché bambini.
Per poter aiutare tutti i bambini ed adolescenti tristi bisogna essere:
empatici: cioè essere loro vicini con garbo e gentilezza, senza giudicare. Così facendo il bambino o adolescente potrà confidarsi e raccontare ciò che prova e ciò che gli succede.
Riuscire ad impostare un dialogo positivo, con cui ricordare al bambino le sue qualità, il potenziale e possibilità, riuscendo a dargli la motivazione giusta.
Riuscire a creare un rifugio emotivo giusto e sicuro che possa portare il bambino a confidarsi e riuscire a vedere i propri problemi da un’altro punto di vista.
Anche far cambiare routine al bambino o adolescente ed offrire loro nuovi stimoli, proposte e sfide , può aiutare ad acquisire una nuova motivazione
e mettere da parte la frustrazione, ricominciando anche una nuova vita con nuovi interessi.
Infatti proporre ai bambini una nuova attività che gli piaccia tipo sport, musica, hobby ecc… è una strategia valida per poter acquisire nuovi stimoli.
Dopo tutto ciò che è stato appena detto, si può evincere che , un bambino o adolescente triste non ha bisogno di rimproveri ma solo di attenzioni.
Non bisogna assolutamente trascurare uno sguardo spento, un comportamento inadeguato, una parola fuori luogo o la frase “non posso”.
È necessario che sia i bambini ( ma anche gli adolescenti) non perdano mai la motivazione poiché è parte fondamentale della loro vita.
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