Con il governo Draghi si è abbandonato il Cashback di Stato ma ha introdotto il bonus POS, utile per incentivare l’uso di carte di credito e bancomat.
Questo bonus bancomat, si dice che prenderebbe, più o meno, il posto del Cashback di Stato ( la cui seconda trance è in pagamento in questi giorni ), voluto dal governo Conte e invece poi eliminato da Draghi.
Il governo Draghi con l’introduzione del Bonus bancomat, prevede di combattere l’evasione fiscale e favorire i metodi di pagamento elettronici come ad esempio carte di credito e bancomat.
Bisogna sapere che in questo ultimo periodo Draghi più la sua squadra stanno lavorando su nuove misure per la lotta all’evasione e la riduzione della perdita di gettito.
Precisamente lavorano “tax gap” che consiste nel divario tra le imposte incassate e quelle che invece si sarebbero dovute incassare nel caso ci fosse stato un totale rispetto della legge e degli adempimenti fiscali.
L’obbiettivo dell’esecutivo è quello di risanare il divario, anche mediante i fondi che arriveranno all’Italia grazie al Recovery plan.
Palazzo Chigi sta progettando una riforma fiscale legata al Pnrr, che avrà come scopo principale la lotta agli evasori.
Secondo questi ultimi il divario dovrà essere diminuito entro il 2023 del 5% rispetto al dato del 2019, e nel 2024 del 15% e che tra tre anni raggiungerà i 12 miliardi di euro.
Mentre il Cashback si rivolgeva a tutti, il bonus bancomat, o POS, si rivolge soltanto ai rivenditori, per tanto non sono due bonus che possono essere realmente messi a confronto.
La legge 23 luglio 2021, n. 106 ha modificato l’articolo 22 e introdotto l’articolo 22-bis al decreto-legge 26 ottobre 2019, andando a prevedere due aspetti importanti:
• un aumento del credito d’imposta sulle commissioni
• un nuovo bonus POS, fino a 160 euro o 320.
Il primo aspetto interessa l’aumento al 100% del credito d’imposta da dover riconoscere agli esercenti attività di impresa, arte o professione, che attuano cessioni di beni o prestazioni di servizi, nei confronti di consumatori finali e che ricorrano a strumenti di pagamento elettronico.
Precisamente viene portato dal 30% al 100% il credito d’imposta approvato agli esercenti per le commissioni addebitate nel caso in cui il pagamento avvenga con bancomat, carte di credito, prepagate e tutti gli strumenti di pagamento tracciabili.
Invece il secondo aspetto interessa il riconoscimento di un credito d’imposta agli esercenti
attività di impresa, arte o professione che mettono in atto cessioni di beni o prestazioni
di servizi nei confronti di consumatori finali e che, tra il 1° luglio 2021 e il 30 giugno 2022,
acquistano, noleggiano o utilizzano POS, ovvero strumenti che permettono forme di pagamento
elettronico collegati agli strumenti di pagamento evoluto.
Tale credito si può utilizzare anche in caso delle spese di convenzionamento e alle spese sostenute per il collegamento tecnico tra di essi.
Però è importante precisare che il bonus bancomat aspetta per l’acquisto di Pos solo nel caso
in cui questi strumenti si colleghino ai registratori di cassa, e l’importo sarà valutato in base ai ricavi e compensi del richiedente.
Tale credito d’imposta per l’acquisto, noleggio o utilizzo dei POS è riconosciuto nel limite massimo di 160 euro per soggetto, con queste soglie:
70% per i soggetti i cui ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente siano di ammontare non superiore a 200 mila euro;
40% per i soggetti i cui ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente siano di ammontare superiore a 200 mila euro e fino a 1 milione di euro;
10% per i soggetti i cui ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente siano di ammontare superiore a 1 milione di euro e fino a 5 milioni di euro.
Mentre il credito d’imposta sale invece fino a 320 euro per chi si dota di strumenti evoluti di
pagamento elettronico, che permettono anche la memorizzazione elettronica e trasmissione
telematica dei corrispettivi.
Queste sono novità che riguardano delle semplificazioni IVA per chi adotta strumenti evoluti di incasso.
Inoltre questi soggetti, a partire dall’1° luglio 2021, sono anche esonerati dagli obblighi legati allo
scontrino elettronico: memorizzazione e trasmissione dei dati saranno effettuati in un’unica operazione, all’atto del pagamento.
L’importo è così organizzato:
100% per i soggetti i cui ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente siano di ammontare non superiore a 200 mila euro;
70% per i soggetti i cui ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente siano di
ammontare superiore a 200 mila euro e fino a 1 milione di euro;
40% per i soggetti i cui ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente
siano di ammontare superiore a 1 milione di euro e fino a 5 milioni di euro.
Inoltre ambedue i crediti d’imposta non contribuiscono alla formazione del reddito e potranno essere utilizzati esclusivamente in compensazione dopo il sostenimento della spesa.
Per il bonus bancomat non serve alcuna domanda da inoltrare e neanche nessuna procedura da seguire per farne richiesta come invece serviva per il Cashback.
Infatti gli esercenti potranno semplicemente richiedere il credito di imposta durante la fase di dichiarazione dei redditi.
Quindi gli esercenti o i loro commercialisti dovranno solo inviare all’Agenzia delle entrate i documenti relativi alle spese di utilizzo, acquisto o noleggio del POS.
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